MADONNA CON BAMBINO
Da un grosso tronco d’albero, l’anonimo e primitivo scultore medievale ha tradotto il suo profondo senso religioso in una caratteristica Madonna, seduta sul trono, con adeguato postergale, con il Bambino sulle ginocchia.
La Vergine ha la testa coronata, da cui scende sule spalle un manto azzurro su veste a forti pieghe. I due personaggi del gruppo ligneo policromo si presentano rigidi, con lo sguardo immobile, un sorriso appena percettibile ed enigmatico ed un timido movimento di braccia verso il pubblico, includente spazialità ed umanità, che ci rimandano agli stilemi di scuola romanica – umbra dei secoli XI e XII, con un percettibile legame alla tradizione bizantina.
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Da un grosso tronco d’albero, l’anonimo e primitivo scultore medievale ha tradotto il suo profondo senso religioso in una caratteristica Madonna, seduta sul trono, con adeguato postergale, con il Bambino sulle ginocchia.
La Vergine ha la testa coronata, da cui scende sule spalle un manto azzurro su veste a forti pieghe. I due personaggi del gruppo ligneo policromo si presentano rigidi, con lo sguardo immobile, un sorriso appena percettibile ed enigmatico ed un timido movimento di braccia verso il pubblico, includente spazialità ed umanità, che ci rimandano agli stilemi di scuola romanica – umbra dei secoli XI e XII, con un percettibile legame alla tradizione bizantina. La resa plastica, alquanto impacciata e la primitiva rudezza dell’intaglio, non diminuiscono la pregevolezza dell’opera che si riscontra nei caratteri tipologici, spontanei ed ingenui, improntati ad una grazia fresca e naturale e ad un espressionismo che suscita sentimenti di profonda religiosità. Luigi Serra pone il gruppo tra le opere create dell’XI secolo, mentre G. Castelfranco, accostandolo alla Madonna del Museo di Gubbio, lo fa risalire all’inizio del sec. XII. Se si considera, però, che la statua fu realizzata per la Pieve di Fematre, finita di costruire nel 1136 e dedicata alla Madonna, è possibile pensare che sia attribuibile ad un primitivo scultore della Valnerina de XII secolo.
fonte:
Visso città d’arte; Ado Venanzangeli